La Congiura
Annus XVII a Tiberi acclamatione.
Rino Costigliola
Albatros Editore
«Nella nostra terra, i Campi Flegrei, nessuno sfugge alla seduzione dell’Impero Romano; i reperti piccoli e grandi segnano ogni passo, la polvere di pozzolana, che fece eterna l’edilizia romana, nutre il nostro vitigno; ovunque, mura, marmi, siti e musei, riportano alla mente, come un eterno presente, questa civiltà “straniera” che permea il nostro territorio e la nostra lingua.
L’anno scorso Rino Costigliola [...] inventa e racconta
la storia di Caio, un giovane e valoroso ufficiale dell’esercito romano
che, dotato di grande intelligenza e intuito, è richiamato dalla Gallia per
indagare sul misterioso incendio di una nave, avvenuto nel Portus Julius
a Miseno.
Con un poco di fantasia e d’immaginazione le descrizioni
danno vita ad affreschi di una Miseno di 2.000 anni fa.
Le doti di Caio – intelligenza, onestà, senso del dovere, generosità, forza – sono quelle
del protagonista di ogni romanzo d’avventura della tradizione letteraria
da Omero a Salgari, doti positive, sempre apprezzate dal pubblico come
testimoniano il successo di Dan Brown o Ken Follett.
Perciò viene da chiederci
se non sarebbe opportuno, come ha fatto il nostro autore, attingere
dalla nostra tradizione letteraria per un richiamo a quelle virtù morali di cui oggi la nostra società abbisogna»
(Rosaria Esposito).
Rino Costigliola nasce a Brooklyn (N.Y.) nel 1959. Emigra all’età di due anni a Capo Miseno, dove vive tuttora. Ha frequentato la Facoltà di Veterinaria all’Università Federico II di Napoli. Questa è la sua prima pubblicazione.
Nella storia il lago d'averno è la località flegrea (Pozzuoli) maggiormente evocato da Omero, Virgilio e il culto dell'oltretomba, perché ritenuta l'ingresso all'Ade. Virgilio, infatti nel VI libro dell'Eneide collocò nel lago l'entrata agli inferi così descrivendolo: "[...] Spelunca alta fuit vastoque immanis hiatu, scrupea, tuta lacu nigro nemorumque tenebris, quam super haud ullae poterant impune volantes tendere iter pennis; talis sese halitus atris faucibus effundens supera ad convexa ferebat: (unde locum Grai dixerunt nomine Aornon.) [...] continua
- Giuseppe De Michele (pittore)
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